Bentornato su Capitalmente! Nel mondo della finanza, “Quando e perché è importante diversificare” è una domanda che ogni investitore dovrebbe porsi fin dall’inizio del suo percorso.
Diversificare il proprio portafoglio è una delle strategie più efficaci per proteggere il capitale e massimizzare le opportunità di rendimento nel tempo.
In questo articolo ti accompagnerò alla scoperta di come funziona la diversificazione, perché è fondamentale e quando è il momento giusto per applicarla.
Che cos’è la diversificazione
Immagina di essere un marinaio: affronteresti una traversata oceanica portando solo una bussola, o preferiresti avere anche mappe, strumenti di navigazione satellitare e radio?
Diversificare è proprio questo: dotarsi di strumenti diversi per affrontare l’imprevedibilità dei mercati finanziari.
Diversificare significa distribuire i propri investimenti su diverse tipologie di attività (azioni, obbligazioni, liquidità, beni immobili, materie prime) e all’interno di ciascuna categoria su vari settori, aree geografiche e stili di gestione.
Lo scopo è ridurre il rischio complessivo del portafoglio: quando un’area subisce perdite, un’altra potrebbe registrare guadagni, bilanciando l’effetto totale.
Secondo Vanguard, uno dei principali gestori patrimoniali al mondo, una buona diversificazione aiuta a stabilizzare i rendimenti complessivi e riduce la probabilità di subire perdite significative in periodi di turbolenza.
Non a caso, il premio Nobel per l’economia Harry Markowitz, considerato il padre della moderna teoria del portafoglio, amava ripetere: “La diversificazione è l’unico pasto gratis“.
Questa affermazione sintetizza perfettamente l’idea che è possibile ridurre il rischio senza necessariamente rinunciare al rendimento atteso.
La teoria del portafoglio di Harry Markowitz
Harry Markowitz ha rivoluzionato il modo in cui gli investitori concepiscono la costruzione dei portafogli.
La sua teoria del portafoglio moderno, formulata negli anni ’50, si basa sull’idea che un investitore razionale dovrebbe massimizzare i rendimenti attesi per un dato livello di rischio, o minimizzare il rischio per un dato livello di rendimento.
Il concetto chiave introdotto da Markowitz è quello della “frontiera efficiente“, ovvero l’insieme dei portafogli ottimali che offrono il massimo rendimento possibile per ogni livello di rischio.
Markowitz ha dimostrato che, combinando asset con correlazioni differenti, si può ridurre la volatilità complessiva del portafoglio senza sacrificare il rendimento atteso.
Questo principio è il cuore della diversificazione: non conta solo quali asset possiedi, ma anche come essi si comportano l’uno rispetto all’altro.
Perché è importante diversificare
Investire senza diversificazione è come puntare tutto su un solo numero alla roulette: se va bene, il guadagno è alto, ma se va male, perdi tutto. Diversificare ti permette invece di gestire meglio l’incertezza.
Ecco i motivi principali per cui è importante diversificare:
- Riduzione del rischio specifico: se investi solo in una società o in un settore, sei esposto a eventi imprevedibili che possono compromettere tutto il tuo capitale.
- Ottimizzazione del rapporto rischio/rendimento: diversificando puoi ottenere rendimenti più stabili nel tempo.
- Accesso a più opportunità: mercati e settori si comportano diversamente a seconda dei cicli economici. Avere un’esposizione ampia ti permette di cogliere diverse opportunità di crescita.
Un dato interessante: secondo uno studio di Vanguard (“The Power of Diversification”), dal 1926 al 2020, un portafoglio diversificato tra azioni e obbligazioni ha avuto una volatilità significativamente inferiore rispetto a un portafoglio composto solo da azioni.
Quando è il momento giusto per diversificare
Quando e perché è importante diversificare non è solo una domanda teorica: richiede decisioni pratiche, da prendere al momento giusto. La risposta più semplice è: sempre.
La diversificazione non è una strategia da attuare solo nei periodi di crisi o di alta volatilità; al contrario, dovrebbe essere integrata sin dall’inizio del tuo percorso di investimento.
Costruire un portafoglio diversificato fin da subito significa prepararsi a ogni possibile scenario di mercato.
Inoltre, è importante ribilanciare periodicamente il portafoglio. Se, ad esempio, se un asset cresce molto più rapidamente di altri, rischi che il tuo portafoglio diventi sbilanciato senza volerlo.
Ribilanciare significa vendere parzialmente ciò che è cresciuto di più e reinvestire in ciò che è rimasto indietro, mantenendo così il profilo di rischio desiderato.
Si tratta di un processo controintuitivo, perché richiede all’investitore di vendere gli asset che hanno performato meglio e acquistare quelli che hanno performato peggio.
Nonostante possa sembrare illogico, questo approccio aiuta a mantenere l’equilibrio del portafoglio e a rispettare la strategia di investimento a lungo termine.
Come costruire una corretta diversificazione
Costruire una buona diversificazione è come comporre una squadra vincente: hai bisogno di giocatori con abilità diverse. Ecco alcune regole pratiche:
- Diversifica tra asset class: combina azioni, obbligazioni, liquidità e altri strumenti.
- Diversifica all’interno delle asset class: non tutte le azioni sono uguali; differenzia tra settori (tecnologia, sanità, beni di consumo) e aree geografiche (USA, Europa, mercati emergenti).
- Utilizza strumenti diversificati: Gli ETF (Exchange Traded Funds) sono strumenti pratici per ottenere un’esposizione ampia con un singolo investimento.
Anche i Fondi Comuni a gestione attiva sono strumenti, come gli ETF, che permettono una buona diversificazione, però, come detto più volte in passato, costano di più e arricchiscono le banca invece dell’investitore.
Oggi, gli ETF rappresentano strumenti eccezionali per ottenere una diversificazione efficace anche con capitali ridotti.
Gli ETF permettono agli investitori di esporsi a indici diversificati che hanno come sottostanti migliaia di aziende di diversi settori e aree geografiche, rendendo accessibile a tutti una strategia di investimento che un tempo era riservata solo a chi disponeva di grandi patrimoni.
I rischi della falsa diversificazione
Attenzione però: non tutto ciò che sembra diversificato lo è davvero. Comprare 20 titoli tecnologici diversi non è vera diversificazione, perché sono tutti esposti agli stessi rischi settoriali.
La vera diversificazione richiede uno studio attento delle correlazioni tra asset. Ad esempio, in una crisi finanziaria globale, azioni e immobili potrebbero scendere insieme, mentre obbligazioni governative di alta qualità potrebbero salire, offrendo protezione.
Come detto sopra, se non hai una grande esperienza, investi in pochi ETF ben diversificati e il gioco è fatto.
Conclusione: diversificare è investire con intelligenza
In definitiva, quando e perché è importante diversificare trova la sua risposta nell’equilibrio tra rischio e opportunità.
La diversificazione è una strategia semplice, ma potentissima, che ti permette di affrontare i mercati finanziari con maggiore serenità e fiducia.
Ricorda: diversificare non significa evitare le perdite, ma renderle più gestibili e aumentare la probabilità di raggiungere i tuoi obiettivi finanziari nel lungo periodo. Come insegna la storia degli investimenti, chi diversifica naviga meglio anche nelle tempeste più impreviste.
Non è mai troppo presto (o troppo tardi) per cominciare a diversificare: il momento migliore è adesso.
Anche per oggi ti saluto, se hai dubbi o suggerimenti lascia pure un commento o scrivimi un messaggio email, spero di rivederti presto su Capitalmente, il tuo blog di finanza personale a porta di click.
Ricorda, come sempre, che l’articolo non rappresenta una sollecitazione all’investimento ma è una mia opinione basata su dati e studi condotti nel tempo.